LA ROSA ROMANA MELA DALLE ORIGINI ANTICHE
Un intreccio di mito, storia e tradizione che ha origine fin dalla comparsa dell’uomo attribuisce alla mela il valore di frutto per antonomasia.
Questo frutto è infatti descritto, narrato, cantato e immaginato fin dall’antichità: primissimo esempio lo si trova nell’Antico testamento dove è una mela, il frutto proibito che Adamo ruba per Eva e che condanna l’uomo alla sua condizione terrena; anche nel Simposio di Platone si cita la leggenda de “l’altra metà della mela”, dove Aristofane cerca di spiegare in che cosa consiste l’amore e dice che all’inizio ciascuno costituiva un intero (l’uomo e donna uniti come una mela e divisi da Zeus in due metà). Fu una mela che cadendo a terra suggerì a Newton le considerazioni che si tradussero poi nelle leggi fisiche sulla gravità. Sempre questo frutto diede l’occasione a Guglielmo Tell di provare la sua abilità di arciere colpendo una mela posta sulla testa del figlio. Anche l’arte non esita a utilizzare questo frutto elegante e dalle più svariate forme, dimensioni e colorazioni, troviamo mele nei quadri di Michelangelo, Tiziano, Arcimboldo, Caravaggio, Botticelli e persino Cezanne per poi arrivare a Morandi. Il simbolo di questo frutto rimane vivo e intenso anche nella nostra epoca dove New York è definita “la grande mela”, dove questo frutto rappresenta il marchio di una grande azienda di computer e cellulari, nel cinema nei film di Biancaneve oppure Il tempo delle mele infine c’è il classico e popolare detto: “una mela al giorno toglie il medico di torno”. Informazione storiche più “scientifiche” e riscontrabili si hanno a partire dal 1200 a.C. dove il faraone Ramsete II fece piantare alberi di melo nei giardini di Alessandria per gli annuali doni ai sacerdoti di Tebe; pare anche che gli antichi etruschi conoscessero la tecnica dell’innesto fin dal 700 a.C.; l’imperatore romano Appio Claudio portò in Sardegna la mela che da lui prese il nome; nel primo secolo dopo cristo Plinio il Vecchio scrisse un’opera dove descriveva 36 tipi di mele. Dopo i fasti dell’impero romano è impossibile ritrovare tracce di letteratura specifica fino al XV secolo quando compaiono alcune opere scritte da monaci francesi.
La sua diffusione è in tutta Italia e lungo la dorsale appenninica si sono sviluppate aree vocate a questo frutto dove antiche genealogie sono giunte a noi con le loro peculiarità organolettiche, queste varietà di frutti antichi sono state conservate e studiate da tempo dall’Università di Bologna e poi da un progetto ISPRA per la loro biodiversità vengono raccolte tutte le informazioni sulle varietà frutticole antiche e autoctone, con uno scopo: quello di dare un contributo conoscitivo sui frutti antichi in una dimensione nazionale per salvaguardare cosi l’agrobiodiversità. Salvare la biodiversità significa, quindi, salvare un patrimonio genetico, economico, sociale e culturale di straordinario valore.
La Rosa Romana è una varietà tipica dell’appennino Bolognese, l’Università di Bologna e il Crpv hanno condotto una mappatura e caratterizzazione molecolare degli alberi secolari ancora sopravvissuti in appennino per stabilirne il patrimonio genetico, affinché non si perda l’originalità del frutto con caratteristiche particolari.
L’albero è molto vigoroso e molto produttivo anche se lento a fruttificare. Il frutto è di pezzatura media o media-grossa, di forma schiacciata; la buccia è verde sfumata di un bellissimo colore rosso intenso e brillante a volte striato, sulla parte esposta al sole;
la polpa è soda, acidula, non eccessivamente succosa. I frutti si raccolgono tra la fine di settembre e i primi di ottobre e si conservano bene fino a maggio, fuori dalle celle frigorifere. Con il passare del tempo la colorazione verde sfuma al giallo per completare la maturazione. E’ piuttosto rustica e perciò più resistente alle malattie delle varietà moderne (Golden, ecc.) ed ha proprietà salutistiche interessanti una fra tutte in caso di attacco della ticchiolatura (tipica malattia che colpisce le mele con punti neri) il frutto si difende sviluppando polifenoli utili a noi per combattere i radicali liberi.
Valori nutrizionali della mela per 100g di frutto fresco Kcal 56,7:
- Zuccheri semplici 12g
- Zuccheri complessi 0g
- Lipidi 0,3g
- Saturi 0g
- Protidi 0,3g
- Fibre 12,7g
Ricca di acidi organici, fondamentali per l’equilibrio acido-basico del sangue, la mela, grazie ai sali di potassio (la cui presenza contribuisce in modo determinante alle qualità organolettiche dei frutti), e ai tannini favorisce l’eliminazione dell’acido urico, quindi consigliabile nei dolori articolari, reumatici e per stimolare la diuresi. Le fibre, di cui la mela è ben fornita, pur non avendo nessun valore nutrizionale, assolvono l’importante funzione di assorbire l’eccesso proteico, lipidico e glucidico presenti in un pasto eccessivo o squilibrato, di conseguenza regolando i livelli di colesterolo nel sangue.
Tutte queste qualità della mela Rosa Romana e le condizioni agricole in collina hanno fatto si che quest’anno sia nata l’Associazione Rosmana, mela Rosa Romana dell’Appennino Bolognese, con lo scopo di reintrodurre la coltivazione delle mele ed altri frutti antichi in Appennino per migliorare il reddito dei contadini che ancora oggi coraggiosamente, nonostante le molteplici avversità, popolano e producono in questi territori. Ho già detto più volte che coltivare in appennino è difficile per tanti motivi, pendenze dei terreni, mancanza d’acqua, fauna selvatica eccessiva, maglie poderali piccole e non continuative intervallati da aree boschive e calanchi, pertanto l’Associazione vuole farsi promotore dell’unione e della comunicazione fra contadini, per far circolare le idee e le informazioni, per fare massa critica e produttiva per affrontare il mercato. Inoltre l’associazione si fa promotore di tipologie di coltivazione a bassissimo impatto ambientale, condividendo pratiche di agricoltura biologica e biodinamica per salvaguardare l’ambiente, apparentemente non ancora compromesso data la scarsissima utilizzazione di fitofarmaci, pesticidi e diserbanti tipici delle colture massive di pianura.
Passiamo a elencare alcune ricette per mangiare queste squisite mele che ci accompagnano per tutto l’inverno, una cassetta messa sul balcone, coperta per le gelate e la luce, ci restituisce frutti pronti all’uso.


